Perdere un amico, quando si fa sera…

La Commune de Pigna, l’Accademia di Vagabondi et le Centre Voce vous invitent à participer à l’hommage à Guidu Benigni qui aura lieu le dimanche 18 juin à l’Auditorium di Pigna.

Déroulé :

10h30 Accueil café

11h  Accueil par le maire de Pigna

11h15 Ouverture par Gilles Zerlini, président de l’Accademia di Vagabondi

Suivie d’une série de témoignages de chacun 10 minutes :

F Griffi – Antone Ciosi –  J.P. Santini – G. Firroloni – Fabienne Maestracci – Marco Biancarelli – Francis Leandri – Gianni Repetto

12h30 Repas à la Casa Musicale avec les poètes du Chjam’e Rispondi

15h Conférence Antoine Franzini, « l’Accademia di Vagabondi » de sa création à nos jours

16h Échanges avec le public

17h Pause-café

17h30 Lecture du Cantu 1 de la Divina cumedia par Antone Ciosi

18h45 Projection du film Davia, opéra pour le Théâtre National des Marionnettes de Prague, texte de Guidu Benigni, musique de Jérôme Casalonga et Henri Agnel

 Toute la journée : présence des ouvrages de Guidu Benigni publiées chez “Albiana” et “A fior’ di carta”.

Nel presentarvi il programma della giornata organizzata a Pigna in memoria di Guidu Benigni, poeta e scrittore corso, alla quale ho avuto l’onore e il piacere di essere invitato per portare anche la mia testimonianza sull’artista e l’uomo che era Guidu, vi propongo la riflessione che feci quando mi giunse inaspettata, il 21 febbraio scorso, la notizia della sua morte.

Presentazione di “Ieiettu” nella biblioteca comunale di Arquata Scrivia, 31/03/2017

L’amore e l’amicizia sono sentimenti eterni che neppure la morte può scalfire. Ci saranno sempre nella memoria di chi resta, magari sempre più leggeri e sfumati, ma accompagneranno ognuno di noi fino a quando verrà anche il nostro turno. Perché, come dice il poeta, Non verremo alla meta ad uno ad uno, // ma a due a due. Se ci conosceremo // a due a due, noi ci conosceremo // tutti, noi ci ameremo tutti e i figli // un giorno rideranno // della leggenda nera dove un uomo // lacrima in solitudine. Sublime il poeta, in pochi versi traccia il destino solidale dell’umanità. E io, idealmente, mi ci ritrovo in questi versi, sono l’espressione del mio stesso sentire e della mia speranza.

Ma perdere un amico, quando si fa sera e siamo tutti più o meno alla meta, è un dolore difficile da spiegare, strano, diverso da quello che si prova per una morte improvvisa e precoce che tronca una vita nel suo pieno, giovane o matura che sia. Difficile perché si è vecchi e quindi la morte prima o poi è inevitabile, un fenomeno naturale, se poi si superano addirittura i novanta che ci vuoi fare, aveva la sua bella età, si dice… E magari, come per una sorta d’imbarazzo, nemmeno si piange.

Ma se chi muore è un amico che hai incontrato magari tardi nella tua vita, ma che è stato una scoperta, un dono che hai ricevuto quando magari nemmeno più te l’aspettavi, allora, nonostante tutte le considerazioni realistiche che si possono fare, non ti rassegni a questa perdita, a non poterlo più vedere e parlarci come hai fatto, nonostante la lontananza fisica, tutte le volte che hai potuto farlo. Perché è stata questa la mia amicizia con Guidu, l’attesa di venire in Corsica o che lui venisse in Italia per continuare il nostro dialogo sulla civiltà paesana e la sua epica.

Tutto è cominciato nell’estate del 2011 quando venni in vacanza in Corsica con due amici. Ero già stato sull’isola, nel lontano 1982, ma per fare il GR 20, cioè venire in Corsica per godere delle sue splendide montagne e nient’altro. Stavolta, invece, la motivazione era completamente diversa: studioso dei dialetti e della tradizione rurale della nostra zona (il Basso Piemonte) venni sull’isola per capire a che punto era il recupero linguistico della lingua corsa iniziato con il riacquistu e qual era la prospettiva politica e sociale dell’isola nei confronti del legame nazionale con la Francia. Dopo un primo incontro con Romanu Colonna all’Università “Pasquale Paoli” di Corte, un giorno andammo a Pigna dove si stava svolgendo Estivoce, il festival di Voce, Centro Nazionale di Creazione Musicale operante a Pigna dal 1978. Fu lì che conoscemmo Guidu Benigni  e Toni Casalonga e restammo affascinati da che cosa erano riusciti a fare in quel paese coniugando tradizione locale e cultura universale. Per me era il miraggio che inseguivo da tempo sul mio territorio e che avevo sviluppato su diversi piani nei dieci anni che ero stato presidente del Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo, il parco che c’è sulla nostra montagna. Iniziò, così, uno scambio proficuo di idee ed esperienze che nel settembre 2013 portò Guidu, Toni e Giancarlo Adami a Belforte Monferrato per un convegno dedicato alla Corsica denominato “Mediterraneo comunità di saperi”.

Convegno “Mediterraneo comunità di saperi”, Belforte Monferrato, 28/09/2013

Da allora tutti gli anni, per una ragione o per l’altra, io e Guidu ci siamo incontrati, io sono venuto in Corsica per presentare dei miei libri o per partecipare a qualche convegno sul valore della Memoria e sull’identità rurale, Guidu è stato determinante nell’organizzazione del progetto di gemellaggio e scambio culturale tra la scuola media dove io insegnavo e due scuole di Isula Rossa e di Calvi. E queste frequentazioni hanno reso sempre più profondo il nostro rapporto, fondato su un immaginario narrativo e poetico condiviso. A tal punto che, al culmine di uno scambio reciproco di testi e di punti di vista sulle forme di scrittura più efficaci per narrare la paesanità, ho proposto alla mia editrice italiana Impressioni Grafiche la pubblicazione del racconto lungo “Ieiettu” di Guidu in corso con testo a fronte in italiano. La pubblicazione aveva un duplice scopo: far conoscere anche in Italia l’opera narrativa di Guidu tramite un racconto che io considero un piccolo gioiello di creatività e di linguaggio e dimostrare al lettore italiano e corso come le due lingue siano molto affini, non solo dal punto di vista puramente linguistico – etimologia, grafia e dizione delle parole – ma anche nell’uso di costrutti narrativi e modi di dire per raccontare l’immaginario. Lingua, quella corsa, che – per dare l’idea di questa affinità – parlata da Guidu era comprensibile a qualsiasi interlocutore italiano, perché madrelingua nei termini e nell’intenzione comunicativa, non ancora mediata dall’accentazione e dalla ritmica del francese.

Presentazione di “Ieiettu” nella sala Quattro Stagioni del palazzo comunale di Ovada, 01/04/2017

Guidu venne in Italia a presentare il libro e nei due incontri che facemmo suscitò l’interesse e la simpatia del pubblico per il suo modo di fare leggero da “ragazzino” ultraottantenne che ne aveva visto tante di cose nella vita e sapeva distillarle nella sua narrazione. Ma il ricordo più bello che mi rimane di lui è quando ci s’incontrava con Toni e gli altri amici italiani a Pigna e si andava a mangiare o a bere qualcosa a A moresca o a A casarella, con negli occhi il panorama della costa da Aregno ad Algajola e a Punta San Damiano. E discorrevamo a ore e man mano che il tempo passava le parole diventavano sempre più magiche e straniate e disegnavano le nostre fantasie, l’idea che avevamo di questo mondo sempre più burrascoso e di come, nonostante tutto, volessimo ancora cercare di cambiarlo. Un piccolo laboratorio informale e improvvisato che ogni volta mi ha suscitato formidabili intuizioni, neanche fossimo nell’Agorà di Atene con Socrate filosofo. E intanto la luce del sole sprofondava laggiù nel mare, che diventava d’oro, rosso, ramato, fino alle prime ombre, quando ormai si fa sera…

L’ultima volta l’abbiamo fatto lo scorso ottobre e io ero convinto che l’avremmo fatto ancora tante altre volte in barba all’anagrafe e agli acciacchi dell’età. E invece abbiamo perso Guidu, e il nostro panorama un pochino già si è spento, ma ci rimane l’arguzia fascinosa del suo sorriso che ci accompagnerà  scoppiettante fino a quando anche per noi si farà sera…

 

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