Le stagioni del bosco.

Le stagioni del bosco.

Se qualcuno mi chiedesse qual è la stagione dell’anno in cui il bosco mi pare più bello risponderei sicuramente: – La primavera! -. Sarebbe una risposta istintiva, legata al senso di rinascita che la primavera porta con sé. Ma non sarebbe una risposta estetica. Perché una risposta estetica è molto più complessa e qualsiasi peculiarità stagionale ne troverebbe sempre un’altra di riscontro. Certo, se ripenso al verde tenero dei germogli di frassino e di roverella mi sento estasiato come di fronte alle guance paffute di un bambino, per non dire della bellezza turgida di tante gemme, che mi rammenta l’intimo turgore del “gelsomino notturno”… Continue reading Le stagioni del bosco.

La lotta con il grande Leviatano.

La lotta con il grande Leviatano.

Lavorare stanca. Lo diceva anche Pavese, che aveva intitolato così la sua più celebre raccolta di poesie. Ma soprattutto lo sapevano bene coloro che facevano il lavoro vero, l’unico che avesse i crismi del sacrificio: quello del contadino. Poteva dire ciò che voleva chi gridava allo sfruttamento operaio, alla malabolgia della fabbrica: solo il contadino non aveva orari e quando i compagni operai passavano con la cravatta al collo lui era sempre là, ché c’era ancora “un uomo di sole”. Oh, che la cravatta qualche volta se la metteva anche lui, magari alla fiera o alla festa patronale, ma poi non la resisteva, abituato com’era alla “libertà” del lavoro pesante… Continue reading La lotta con il grande Leviatano.

Ho visto il lago del Padü e ho pianto.

Ho visto il lago del Padü e ho pianto.

… “Il lago è lì” dice Paolo segnando su verso monte. ”Potremmo seguire la vecchia strada dei Fontanassi, ma se tagliamo su dritti ci arriviamo lo stesso”. È la prima volta che io lo raggiungo da questa parte: ci sono arrivato, invece, la prima volta in assoluto da monte, più di quarant’anni fa, con mio zio, eravamo venuti per funghi, scendendo da Ciapassin; poi, in tempi più recenti, sempre risalendo il Rian de l’Âse (rio dell’Asino) guadando il Piota a valle del Palazzo. Ma quella prima volta fu per me davvero magica: abituato a vedere i laghi del Piota e del Gorzente, trovarmi di fronte quel lago tondo, a mezzacosta, come se fosse nel cratere di un vulcano, mi lasciò senza respiro. Sembrava proprio un lago delle fiabe! E poi la cornice di alberi sulle sponde, che avevano forme strane, come le masche di Punti! Ne restai affascinato, e mio zio contribuì ad alimentare la mia immaginazione raccontandomi una sorta di leggenda per cui sotto il lago c’era un passaggio segreto e qualcuno diceva di aver visto strani esseri immergervisi e non tornare più indietro… Continue reading Ho visto il lago del Padü e ho pianto.