.
IL CONTAFÓRE
“Il Contafóre” è il laboratorio teatrale territoriale fondato da Gianni Repetto, Roberto Pochettini, Silvana Vigevani e Mara Moncalvo, il nucleo storico del Laboratorio di Teatralità Popolare dell’Ecomuseo di Cascina Moglioni con il quale per un decennio hanno messo in scena nei paesi del basso Piemonte storie e tradizioni dell’Appennino.
Attualmente la compagnia “Il Contafóre” è composta da: Roberto Pochettini, Silvana Vigevani e Gianni Repetto, voci recitanti; Paolo Murchio, Giuseppe Repetto e Niccolò Tambussa, musiche e rumori di scena.
“Il Contafóre” propone i seguenti spettacoli di lettura drammatizzata:
“C’era una volta…”, “Il sapore della terra”, “I giorni della büra”, “Sia Benedicta!”, “Preferisco l’inferno!”, “De tu querida presencia Comandante Che Guevara”, “Uno spettro si aggira per l’Europa… Storia di Karl Marx”, “La Costituzione attraverso i principi”, “Camicia rossa, camicia nera” e il monologo “Siamo i ribelli”, testi scritti da Gianni Repetto.
Gli spettacoli qui indicati sono riproponibili su specifica richiesta scrivendo all’indirizzo mail: terradipace@tiscali.it
Si tratta di una serie di fiabe, favole, storie di emigrazione, aneddoti e racconti della tradizione frutto della ricerca condotta per anni da Gianni Repetto nel repertorio della fabulistica e dell’affabulazione popolare. I testi spaziano dalla favola, un tempo diffusissima nelle nostre campagne, “La volpe e il lupo” alla fiaba “Giuanin e l’orcu”, da storie di emigrazione nelle Americhe a vite grame con padri padroni sulle nostre montagne, da racconti sull’origine di un piatto prelibato come le “lasagne” ad aneddoti relativi a frati questuanti, a mediconi, a uomini sfortunati e a donne raccoglitrici di castagne. Il tutto racchiuso nella cornice del bosco, regno della biodiversità animale e vegetale, sostegno per secoli di migliaia di famiglie sulle nostre montagne, luogo sacro per eccellenza nell’antichità classica e fonteinesauribile di ispirazione per l’immaginario popolare.
Una serie di quadri ironici e divertenti per far conoscere ai più giovani le nostre tradizioni e ricordare ai più anziani voci e racconti della loro infanzia.
Durata: 1h e 10 minuti
Service fonica e video: proprio
SIAE: testo teatrale e musica non soggetti in quanto autoprodotti originali mallevati dagli autori
Costo spettacolo: 600 €
“Il sapore della terra”
“Il sapore della terra” racconta di piatti tradizionali e di vino, in particolare del Dolcetto, un grande vino che, purtroppo, è spesso sottovalutato. E lo fa con racconti di memoria orale, poesie, dialoghi e monologhi, frutto del lavoro di ricerca che Gianni Repetto sta conducendo da anni su tutti gli aspetti della nostra tradizione locale riproponendoli con diverse forme di espressione: dal romanzo alla poesia, dalla memoria orale al dialetto, dal teatro al documentario.
“Il sapore della terra” è un’ulteriore occasione per ripensare al nostro passato in funzione del nostro presente, per non dimenticare che abbiamo una storia e un’identità ben precise senza le quali i nostri paesi non sarebbero più comunità locali, ma soltanto quartieri periferici del villaggio globale.
Durata: 1h e 10 minuti
Service fonica e video: proprio
SIAE: testo teatrale e musica non soggetti in quanto autoprodotti originali mallevati dagli autori
Costo spettacolo: 600 €
“Sia Benedicta!”
Si tratta di un testo che rievoca i fatti della Benedicta nella loro peculiarità storica e drammatica, facendo rivivere agli spettatori le angosciose emozioni di quei tragici giorni della Pasqua del 1944. Il tutto con il preciso intento di farci ricordare sia la barbarie di quegli anni e le responsabilità di coloro che la provocarono, sia il sacrificio di chi si oppose a tutto questo perdendoci la vita. Per la democrazia, per poter ancora essere liberi.
Il lavoro proposto riprende il copione e lo spettacolo messo in scena nel 2007/2008 dal Laboratorio della Teatralità Popolare fondato da Gianni Repetto presso l’Ecomuseo di Cascina Moglioni e lo rivisita originalmente con la sola voce, le immagini video e gli effetti sonori, con un risultato di forte drammaticità che coinvolge emotivamente gli spettatori.
Durata: 1h e 10 minuti
Service fonica e video: proprio
SIAE: testo teatrale e musica non soggetti in quanto autoprodotti originali mallevati dagli autori
Costo spettacolo: 700 €
“I giorni della büra”
È la ricostruzione drammaturgica dei tragici eventi della diga di Molare del 13 agosto 1935 e dell’alluvione del 1977. Il tutto ricompreso nella cornice dell’evento alluvionale più drammatico del secolo scorso, il disastro del Vajont (9 ottobre 1963), che è ancora ben impresso nella mente di molti di noi, e intrecciato con un racconto “alluvionale” di Dino Buzzati che del Vajont fu cronista immediato, all’oscuro, però, della terribile verità che si nascondeva dietro quella tragedia.
Il Contafóre continua in questo modo a rievocare momenti cruciali della vita delle nostre comunità locali e, oltre a rappresentarne gli usi e i costumi utilizzando variamente i dialetti, a riproporci il loro immaginario e i fatti che hanno contribuito a determinarlo.
“Il Vajont, la diga di Molare e l’alluvione del 1977 scandiscono questa discesa agli Inferi che la natura impone agli uomini quando s’illudono di dominarla. E le storie che emergono dal gorgo parlano di coraggio e di abnegazione, ma anche di illegalità e di intreccio affaristico, quel maledetto vizio che rende nel nostro paese tutte le cose più complicate che altrove. Qualcosa che ancora non riusciamo a scrollarci di dosso come una fatale maledizione”.
Durata: 1h e 10 minuti
Service fonica e video: proprio
SIAE: testo teatrale e musica non soggetti in quanto autoprodotti originali mallevati dagli autori
Costo spettacolo: 600 €
“Preferisco l’inferno!”: gli ultimi istanti di vita di Fidel Castro
Atto unico, scritto da Gianni Repetto, che racconta gli ultimi istanti di vita di Fidel Castro. L’autore fa rievocare a Fidel Castro i momenti più salienti della sua vita, dall’assalto fallito alla caserma Moncada il 26 luglio del 1953, alla cattura e alla successiva condanna a morte (poi commutata in quindici anni di reclusione), all’arringa finale del processo in cui pronunciò la famosa frase “La storia mi assolverà”, all’esilio in Messico, al rientro a Cuba nel novembre del 1956 su una piccola imbarcazione, il Granma, all’inizio della guerriglia contro il dittatore Batista sulle montagne della Sierra Maestra, all’entrata trionfale a L’Avana il giorno di Capodanno del 1959. E poi ancora il tentativo di suscitare una rivolta popolare contro il governo rivoluzionario messo in atto da 1400 dissidenti sbarcati nella Baia dei Porci, la crisi dei missili nucleari a Cuba, che vide un testa a testa sul filo del rasoio e della catastrofe nucleare tra Stati Uniti e Unione Sovietica, e la figura di Che Guevara, protagonista della rivoluzione cubana, membro del governo dell’isola fino al 1965 e poi guerrigliero solitario in Bolivia fino alla sua morte nel 1967. E infine le questioni aperte del presente, con l’abbandono del potere da parte di Fidel nel 2008 per motivi di salute e la nomina di suo fratello Raul come successore, e le aperture di quest’ultimo agli USA per una possibile riconciliazione. C’è tutta la storia di Cuba rivoluzionaria in questo lavoro, quella Cuba che ha suscitato gli entusiasmi di milioni di persone in tutto il mondo, che vedevano in Castro il campione degli oppressi e degli sfruttati, e nello stesso tempo l’avversione di altrettanti che lo ritenevano invece un dittatore feroce che manteneva il suo potere grazie a metodi coercitivi e repressivi.
Si tratta di un lavoro che, oltre a scavare nel personaggio Fidel Castro, vuole essere una metafora del potere in generale e di come esso viene interpretato a seconda dei punti di vista. Ed è, altresì, l’analisi di un’epoca, nel bene e nel male, definitivamente chiusa.
Durata: 1h e 10 minuti
Service fonica e video: proprio
SIAE: testo teatrale e musica non soggetti in quanto autoprodotti originali mallevati dagli autori
Costo spettacolo: 700 €
De tu querida presencia Comandante Che Guevara
Lettura drammatizzata in atto unico
Cinquant’anni fa, nella selva boliviana, il 9 ottobre 1967 moriva Che Guevara, il mitico guerrigliero argentino protagonista della rivoluzione cubana e della guerriglia internazionalista in Congo e in Bolivia. Personaggio discusso e controverso, sostenitore di lotte rivoluzionarie per liberare i popoli da ogni forma di imperialismo, era il teorico dell’uomo integrale, un uomo nuovo che avrebbe anteposto il bene comune a qualsiasi interesse personale. La sua immagine è diventata una delle icone più diffuse della seconda metà del Novecento, simbolo di resistenza all’oppressione e di lotta per la giustizia e la libertà per intere generazioni di uomini e donne che si sono battuti per questi ideali in ogni luogo della Terra.
Per ricordare la sua figura la compagnia teatrale “Il Contafóre” mette in scena “De tu querida presencia Comandante Che Guevara”, atto unico scritto da Gianni Repetto, con Sivana Vigevani, Roberto Pochettini e Gianni Repetto, musiche di Natalia Ratti, audio.
Il lavoro cerca di raccontare l’uomo Che in tutte le sue sfaccettature: dal viaggio attraverso la “Maiuscola America” con Alberto Granado, a bordo della motocicletta “Poderosa”, all’esperienza della Sierra Maestra e della rivoluzione cubana e, quindi, del suo rapporto con Fidel Castro, dall’abbandono di Cuba per mettere in pratica il suo ideale di guerriglia internazionalista in Africa e in Sudamerica alla relazione sentimentale con Aleida March, che divenne sua moglie in seconde nozze e gli diede tre figli; quest’ultimo aspetto della sua vita consente di cogliere il Che nell’intimità degli affetti e di capire che anche per lui, al di là del mito dell’eroe, la separazione dai suoi famigliari per perseguire l’ideale rivoluzionario fu un grande sacrificio.
Rievocheremo i suoi ultimi giorni di vita, quando catturato dai ranger dell’esercito boliviano venne tenuto prigioniero nella scuola de La Higuera e poi giustiziato sommariamente per infrangerne la fama di invincibilità che ormai lo circondava. Ma questa decisione, con le foto del cadavere trasmesse da tutte le agenzie di stampa internazionali, non fece altro che accrescere il suo mito, cantato e raccontato da musicisti, poeti e scrittori di tutto il mondo, che possiamo sintetizzare in uno slogan che cominciò a circolare allora: il Che vive.
Durata: 1h e 10 minuti
Service fonica e video: proprio
SIAE: testo teatrale e musica non soggetti in quanto autoprodotti originali mallevati dagli autori
Costo spettacolo: 700 €
Uno spettro si aggira per l’Europa
Storia di Karl Marx
Lettura drammatizzata in atto unico
Il lavoro cerca di riproporre la figura di Karl Marx sotto tutti gli aspetti: la vicenda umana e sentimentale; la formazione filosofica e politica; la militanza rivoluzionaria; il lavoro teorico di analisi politico-economica del Capitale.
Un ruolo centrale è rappresentato dalla storia d’amore con Jenny von Westphalen, che divenne sua moglie nel 1843. Jenny era figlia del barone Ludwig, funzionario del regio governo prussiano. Aveva sei anni più di Karl, era bella e colta, aristocratica, ma affascinata dalle idee del futuro marito. Il loro fu un amore struggente per tutta la vita, contraddistinto da sette gravidanze e tre figlie sopravvissute, come testimoniano le lettere dense di tenerezza che i coniugi si scambiavano nei momenti di lontananza. Buona parte del lavoro verte su questa relazione, imprescindibile per capire l’uomo Marx, e sul suo ruolo di padre affettuoso, colpito dalla perdita prematura di più di un figlio.
Un altro rapporto umano importante nella vita di Karl fu quello con Friedrich Engels, colui che a partire dal 1844 divenne il suo migliore amico e collaboratore. Engels era figlio di un industriale tessile tedesco che era socio in affari con un omologo inglese di Manchester. Il padre riponeva grandi speranze imprenditoriali su di lui e Friedrich sotto questo aspetto non lo deluse andando a lavorare a Manchester alla Ermen & Engels Manifacturing. Ciò non gli impedì di collaborare assiduamente con Marx (e anche mantenerlo per consentirgli di esprimere quello che lui definiva “il suo genio politico”), soprattutto da quando questi fu costretto a rifugiarsi in Inghilterra. La loro era una collaborazione su un piano paritario, nonostante Engels riconoscesse la superiorità intellettuale di Marx e il suo ruolo centrale nell’analisi della società capitalistica e nell’organizzazione politica della Lega dei comunisti prima e dell’Associazione Internazionale dei lavoratori poi. Ma sia l’uno che l’altro erano anche due “beoni” e amavano la bella vita (che Engels fece, mentre Marx visse sempre ai limiti della sopravvivenza), le combriccole allegre e le colossali bevute. Il lavoro cerca anche di evidenziare questo aspetto di Marx, spesso dipinto come un arcigno rivoluzionario assetato di sangue.
C’è poi nel testo anche la presentazione, in modo leggero da non scoraggiare coloro che non conoscono affatto il personaggio, l’esposizione delle idee politico-sociali professate da Marx e da Engels e la loro partecipazione pratica alla rivoluzione del 1848 in Germania. E così del mondo dei rifugiati politici di tutta Europa, dai democratici ai rivoluzionari, che “andando di terra in terra” sognavano di poter rientrare nei loro paesi quando le cose fossero cambiate: attese in genere durate una vita, con sempre più esili speranze a confortare la loro malinconia.
Il corredo musicale a tutta questa vicenda è costituito da una ricerca sui canti di lotta dell’epoca, in particolare arie di “lied” assolutamente sconosciute oggi, caratterizzate alla fisarmonica dal talento di Natalia.
Dati tecnici
Durata: 1h e 30 minuti
Service fonica e video: proprio
SIAE: testo teatrale e musica non soggetti in quanto autoprodotti originali mallevati dagli autori
Costo spettacolo: 700 €
“La Costituzione attraverso i principi”
Il lavoro teatrale “La Costituzione attraverso i principi” è una carrellata dialogica sui principi fondanti della nostra Costituzione, partendo dalle origini dell’Italia come nazione per arrivare alla Costituente che quei principi sancì.
Si analizzano i vari articoli, i concetti di repubblica e di democrazia, l’epopea del Risorgimento e della Resistenza, l’idea di libertà e il ruolo delle donne, l’incontro tra laici e cattolici, il “ripudio” della guerra e l’accoglienza dello straniero, il possibile ruolo del nostro paese nella mediazione con l’altra sponda del Mediterraneo.
Dialoghi speculativi, inframmezzati da canzoni popolari, eseguite coralmente, che puntualizzano alcuni momenti storici e questioni civili e sociali che hanno caratterizzato la vita del nostro paese. Il tutto accompagnato dalla proiezione di immagini che fanno da corredo al testo teatrale
Un tentativo per avvicinare alla Costituzione, in un modo più diretto e coinvolgente, gli alunni e gli studenti affinché acquisiscano piena consapevolezza delle ragioni storiche della nostra libertà.
Dati tecnici
Durata: 1h e 10 minuti
Service fonica e video: proprio
SIAE: testo teatrale e musica non soggetti in quanto autoprodotti originali mallevati dagli autori
Costo spettacolo: 600 €
“Camicia rossa, camicia nera.”
Lettura scenica.
Interpreti: Roberto Pochettini, Silvana Vigevani, Gianni Repetto.
Musiche: Natalia Ratti
Lettura scenica comparata dei percorsi di vita di un partigiano garibaldino e di un soldato repubblichino che incrociano le loro vite alla Benedicta, luogo di eccidio di partigiani, nei pressi delle Capanne di Marcarolo. Accompagnate dalla fisarmonica, che alterna canzoni partigiane ad altre di tradizione fascista, si dipanano a partire dall’8 settembre del ’43 due scelte di vita che hanno esiti assolutamente contrapposti: una marcia nel senso della Storia, l’altra va sprezzantemente contro la Storia. L’esito è scontato, con dei risvolti di contenuto che contengono tante domande del presente.
Durata: 1h e 10 minuti circa.
Service fonica e video: proprio
SIAE: testo teatrale e musica non soggetti in quanto autoprodotti originali mallevati dagli autori
Costo spettacolo: 600 €
“Siamo i ribelli“
La Resistenza viene da lontano
Monologo
Interprete: Gianni Repetto
Musiche: Paolo Murchio – Giuseppe Repetto – Niccolò Tambussa
Il racconto della Resistenza parte da lontano, dal primo dopoguerra, quando si consuma la sconfitta del movimento socialista e, con la connivenza delle classi dirigenti tradizionali e della monarchia, si afferma il fascismo. Qualcuno prova a resistere con le armi, come gli Arditi del popolo a Parma nell’agosto del 1922, ma è uno dei pochi casi isolati. L’ottobre dello stesso anno c’è la marcia su Roma, Mussolini viene nominato capo del governo e, dopo le elezioni del 1924, inizia la dittatura del cosiddetto ventennio fascista che porterà alla catastrofe della seconda guerra mondiale. Delitti e violenze lo caratterizzano, basti ricordare Matteotti, Gobetti, Amendola e i fratelli Rosselli. Nasce una Resistenza clandestina, che ha il suo punto di riferimento negli esuli politici riparati in Francia. Condanne al carcere e al confino la falcidiano in continuazione. Normalizzato in questo modo il paese, il regime, con i proclami roboanti del duce, inizia una politica di potenza che ha bisogno di guerre e di vittorie per ubriacare gli italiani con la retorica dell’Impero e far loro dimenticare la libertà perduta: corre in aiuto a Franco in Spagna, contribuendo alla sopraffazione della legittima Repubblica Spagnola, aggredisce e conquista l’Etiopia, utilizzando armi di sterminio di massa. Ma intanto cresce l’intolleranza anche nella politica interna e raggiunge il suo culmine con le leggi razziali del ’38, che sono il definitivo abbraccio mortale con Hitler e il nazismo. La guerra, con i suoi ripetuti insuccessi e le centinaia di migliaia di caduti, mette in crisi l’immagine da “uomo del destino” di Mussolini che viene sfiduciato dal suo stesso Gran Consiglio. Cade il fascismo, la monarchia affida il governo a Badoglio. L’8 settembre del 1943 il re e il capo del governo, dopo essere fuggiti a Brindisi, comunicano via radio agli Italiani di aver firmato un armistizio con gli alleati. L’esercito è allo sbando, i tedeschi occupano i centri nevralgici del nostro paese e consentono l’insediamento al Nord di un governo fascista guidato da Mussolini, la Repubblica Sociale Italiana. Le prime bande di partigiani salgono in montagna: saranno venti mesi di guerriglia e di rappresaglie feroci (ad esempio, la Benedicta), in attesa che le truppe alleate risalgano la penisola. Finalmente, nell’aprile 1945 inizia l’insurrezione finale. Tra il 25 e il 30 aprile i partigiani conquistano i centri più importanti del Nord, mentre tedeschi e fascisti si arrendono o fuggono oltre confine. È la Liberazione, da cui nascerà nel 1946 la repubblica democratica italiana.
Il percorso alternerà momenti di monologo, di canzoni d’epoca e di lotta e di dialogo tra l’attore protagonista e i musicisti. Sullo sfondo verranno proiettate immagini relative ai fatti narrati.
Durata: 1h e 20 minuti circa.
Service fonica e video: proprio
SIAE: testo teatrale e musica non soggetti in quanto autoprodotti originali mallevati dagli autori
Costo spettacolo: 700 €